martedì, luglio 27, 2010

Mi sposerò la figlia morta dell'orefice


Tor Ulven
Poemi




Mi trovo sotto un albero di mani affamate
No
Sto sotto NULLA
Vado in isolamento
un assoluto vuoto ed isolamento
Attraverso il deserto miglio dopo miglio
E l'ultima città
l'ho lasciata dietro di me da tanto tempo
Vado da un grande dubbio
vado da un dubbio
che si dilegua da un dubbio più grande.
Perché sto in silenzio?
anche quando ho una bocca
Perché sto fermo?
anche se ho piedi
Perché non riesco a guardare?
malgrado abbia occhi
Perché non riesco a urlare?
anche se sono immerso in questa miseria
perché sono fatto di pietra!
C'è qualcosa che non posso raggiungere
Non so cosa sia
Stendo la mano verso esso…
Aria, aria... aria!
Cosa stai cercando nel cielo?
Sto cercando un'immagine di un'inesistente stella.
Con i miei due occhi
dall'altra parte
devo raggiungere/accedere le tenebre.
Ma chi poterebbe discernere la differenza
tra tenebre e verde?


Viaggerò a Aredo
e ornerò i vasi rotti
con l'immagine di capra rosso-corno
Andrò a Aredo
e sposerò la figlia morta di dell'orefice
e di sera
seduto sulla soglia della porta
Sento il sorriso del vicino
e le mosche nuovamente sfarfallate volano
attorno al bagliore della lampada d'olio!
Sì, ora
Improvvisamente, vedo l'albero di castagne
Nel buio, contemplando fiori bianchi:
Noi siamo polvere.


Tor Ulven (1953-1995)
Tor Ulven era un poeta norvegese. È considerato uno dei maggiori poeti dell'epoca norvegese del dopoguerra. Ha vinto diversi premi letterari tra cui i più importanti premi della letteratura norvegese.
Le sue prime opere, costituite da versi tradizionali di poesia modernista, sono stati fortemente influenzati da André Breton e il movimento surrealista. Ma durante gli anni 1980 ha sviluppato una voce più indipendente, sia dal punto di vista stilistico che tematico. La parte successiva del suo lavoro consiste principalmente di prosa. Si suicidò nel 1995 a Oslo, la città dove era nato.