mercoledì, febbraio 20, 2013

Il piccolo Principe



Citazioni



1


I grandi mi risposero di lasciare da parte i boa, sia di fuori che di dentro,

e di applicarmi invece alla geografia, alla storia, all'aritmetica e alla grammatica.

Fu così che a sei anni io rinunziai a quella che avrebbe potuto essere la mia gloriosa carriera di pittore.

Il fallimento del mio disegno numero uno e del mio disegno numero due mi aveva disanimato.

I grandi non capiscono mai niente da soli e i bambini si stancano a spiegargli tutto ogni volta.

Allora scelsi un'altra professione e imparai a pilotare gli aeroplani.

Ho volato un po' sopra tutto il mondo: e veramente la geografia mi è stata molto utile.

A colpo d'occhio posso distinguere la Cina dall'Arizona,

e se uno si perde nella notte, questa sapienza è di grande aiuto.

Ho incontrato molte persone importanti nella mia vita, ho vissuto a lungo in mezzo ai grandi.

Li ho conosciuti intimamente, li ho osservati proprio da vicino.

Ma l'opinione che avevo di loro non è molto migliorata.



2


Quando ne incontravo uno che mi sembrava di mente aperta,

tentavo l'esperimento del mio disegno numero uno, che ho sempre conservato.

Cercavo di capire così se era veramente una persona comprensiva.

Ma, chiunque fosse, uomo o donna, mi rispondeva: " È un cappello".

E allora non parlavo di boa, di foreste primitive, di stelle.

Mi abbassavo al suo livello. Gli parlavo di bridge, di golf, di politica, di cravatte.

E lui era tutto soddisfatto di avere incontrato un uomo tanto sensibile.



3


Ho serie ragioni per credere che il pianeta da dove veniva il piccolo principe e l'asteroide B 612.

Questo asteroide è stato visto una sola volta al telescopio da un astronomo turco.

Aveva fatto allora una grande dimostrazione della sua scoperta a un Congresso Internazionale d'Astronomia.

Ma in costume com'era, nessuno lo aveva preso sul serio.

I grandi sono fati così.

Fortunatamente per la reputazione dell'asteroide B 612 un dittatore turco impose al suo popolo, sotto pena di morte, di vestire all'europea.

L'astronomo rifece la sua dimostrazione nel 1920, con un abito molto elegante.

E questa volta tutto il mondo fu con lui.



4


I grandi amano le cifre.

Quando voi gli parlate di un nuovo amico, mai si interessano alle cose essenziali.

Non si domandano mai:

"Qual è il tono della sua voce?

Quali sono i suoi giochi preferiti?

Fa collezione di farfalle?".

Ma vi domandano:

"Che età ha? Quanti fratelli? Quanto pesa? Quanto guadagna suo padre?"

Allora soltanto credono di conoscerlo.

Se voi dite ai grandi:

"Ho visto una bella casa di mattoni rosa, con dei gerani alle finestre, e dei colombi sul tetto", loro non arrivano a immaginarsela.

Bisogna dire:

"Ho visto una casa di centomila lire", e allora esclamano: "Com'è bella".

Così se voi gli dite:

"La prova che il piccolo principe e esistito, sta nel fatto che era bellissimo, che rideva e che voleva una pecora. Quando uno vuole una pecora è la prova che esiste".

Be', loro alzeranno le spalle, e vi tratteranno come un bambino. Ma se voi invece gli dite:

"Il pianeta da dove veniva è l'asteroide B 612" allora ne sono subito convinti e vi lasciano in pace con le domande. Sono fatti così.

Non c’è da prendersela.

I bambini devono essere indulgenti coi grandi.



5


È triste dimenticare un amico.

Non tutti hanno avuto un amico.



6


I fiori sono deboli. Sono ingenui. Si rassicurano come possono.

Si credono terribile con le loro spine

Da migliaia di anni i fiori fabbricano le spine.

Da migliaia di anni le pecore mangiano tuttavia i fiori.

E non è una cosa seria capire perché i fiori si danno tanto da fare per fabbricarsi delle spine che non servono a niente?

Non è importante la guerra fra le pecore e i fiori?

Non è più serio e più importante delle addizioni di un grosso signore rosso?

E se io conosco un fiore unico al mondo,

che non esiste da nessuna parte,

altro che nel mio pianeta,

e che una piccola pecora può distruggere di colpo,

così un mattino, senza rendersi conto di quello che fa,

non è importante questo?"



7


Se qualcuno ama un fiore, di cui esiste un solo esemplare in milioni e milioni di stelle,

questo basta a farlo felice quando lo guarda.

E lui si dice: “Il mio fiore è là in qualche luogo.”



8


Io conosco un pianeta su cui c’è un signor Chermisi.

Non ha mai respirato un fiore.

Non ha mai guardato una stella.

Non ha mai amato nessuno.

Non fa altro che addizioni.

E tutto il giorno ripete come te:

“Io sono un uomo serio! Io sono un uomo serio!” e si gonfia di orgoglio.

Ma non è un uomo, è un fungo!"



9


Mi domando, disse, se le stelle sono illuminate perché ognuno possa un giorno trovare la sua.



10


Gli uomini?

Ne esistono, credo, sei o sette.

Li ho visti molti anni fa.

Ma non si sa mai dove trovarli.

Il vento li spinge qua e là.

Non hanno radici, e questo li imbarazza molto.



11


Non si vede bene che col cuore.

L’essenziale è invisibile agli occhi.



12


Non si è mai contenti dove si sta.



13


Gli uomini, disse il piccolo principe, si imbucano nei rapidi,

ma non sanno più che cosa cercano.

Allora si agitano, e girano intorno a se stessi"



14


Un po’ d'acqua può far bene anche al cuore…



15


Da te, gli uomini, disse il piccolo principe, coltivano cinquemila rose nello stesso giardino e non trovano quello che cercano.

Non lo trovano, risposi.

E tuttavia quello che cercano potrebbe essere trovato in una sola rosa o in un po’ d'acqua.

Certo, risposi.

E il piccolo principe soggiunse:

Ma gli occhi sono ciechi.

Bisogna cercare col cuore.



16


Ma gli occhi sono ciechi.

Bisogna cercare col cuore.



17


Se tu vuoi bene ad un fiore che sta in una stella, è dolce, la notte, guardare il cielo.

Tutte le stelle sono fiorite.



18


Guarderai le stelle la notte.

È troppo piccolo da me perché ti possa mostrare dove si trova la mia stella.

Meglio così.

La mia stella sarà per te una delle stelle. Allora tutte le stelle, ti piacerà guardarle…

Tutte saranno tue amiche.

E poi voglio farti un regalo…



19


Gli uomini hanno delle stelle che non sono le stesse.

Per gli uni, quelli che viaggiano, le stelle sono delle guide.

Per altri non sono che delle piccole luci.

Per altri, che sono dei sapienti, sono dei problemi.

Per il mio uomo d'affari erano dell'oro.

Ma tutte queste stelle stanno zitte.

Tu, tu avrai delle stelle come nessuno ha...

- Che cosa vuoi dire?

- Quando tu guarderai il cielo, la notte, visto che io abiterò in una di esse, visto che io riderò in una di esse, allora sarà per te come se tutte le stelle ridessero.

Tu avrai, tu solo, delle stelle che sanno ridere!

E rise ancora.

- E quando ti sarai consolato (ci si consola sempre), sarai contento di avermi conosciuto.

Sarai sempre il mio amico.

Avrai voglia di ridere con me.

E aprirai a volte la finestra, così, per il piacere...

E i tuoi amici saranno stupiti di vederti ridere guardando il cielo.

Allora tu dirai: "Sì, le stelle mi fanno sempre ridere!"



20


Le parole sono una fonte di malintesi. 


Il piccolo Principe


Antoine de Saint Exupéry


lunedì, agosto 22, 2011

Il Mago


Le magie dell’Uomo


«Le storie che si scriveranno, i quadri che dipingeranno, le musiche che si comporranno,

le stolte pazze e incomprensibili cose che tu dici, saranno pur sempre la punta massima dell'uomo, la sua autentica bandiera [...]

quelle idiozie che tu dici saranno ancora la cosa che più ci distingue dalle bestie,

non importa se supremamente inutili, forse anzi proprio per questo.

Più ancora dell'atomica, dello sputnik, dei razzi intersiderali.

E il giorno in cui quelle idiozie non si faranno più,

gli uomini saranno diventati dei nudi miserabili vermi come ai tempi delle caverne. »




Il colombre e altri cinquanta racconti

Dino Buzzati



Dino Buzzati Traverso, conosciuto come Dino Buzzati (San Pellegrino di Belluno, 16 ottobre 1906Milano, 28 gennaio 1972), è stato uno scrittore, giornalista, drammaturgo, librettista e pittore italiano.

martedì, giugno 07, 2011

La sorridente



 
La sorridente


Eco di mio corpo

Albero delle case disertate

Colei che sceglie dal mio linguaggio

Le parola che io stesso scelgo

Colei che il suo nome mi fa dimenticare le parole

mio rammarico e mia conoscenza

Sposa dello spirito e degli istinti

Madre dei desideri

Mio urlo muto

Stelle della mia notte

Lei che porta la mia spada e suoi frantumi

Chi addomestica

Supera i fiori dei verzieri

Trionfante sui frutti selvaggi

Giglio blu della malinconia

La sorridente la sorridente la sorridente



Ounsi el-Hajj




- Nato nel 1937.

- Figlio del giornalista e traduttore Louis El Hage, e Maria Akl di Kaitouli, Jezzine.

- Ha ricevuto la sua istruzione scolastica in lingua francese nella scuola secondaria e l'università della Sagesse.

- Cominciò a pubblicare racconti, saggi e poesie in riviste letterarie dal 1954 quando era ancora studente nelle classi secondarie.

- Inizia ad esibirsi professionalmente nel giornalismo quotidiano Al Hayat nel 1956 come direttore della pagina culturale, pochi mesi dopo lo lasciò per andare a lavorare nel giornale An Nahar, dove era responsabile durante tanti anni delle pagine non politiche, allora trasformò la pagina della sezione cultura in una pagina cultura quotidiana.

- Nel 1964 ha fondato e pubblicato "Al Mulhaq", il supplemento settimanale culturale del quotidiano "An Nahar", fino al 1974, con la collaborazione di Chawki Abi Chakra durante la prima metà del periodo indicato.

- Nel 1957, ha contribuito con Youssef al-Khal e Adonis alla fondazione della rivista di poesia "Shi'r" e nel 1960 ha pubblicato nelle edizioni della prima collezione di quest'ultimo, "Lan", primo libro di poesie in prosa di arabo.

- Ha pubblicato sei raccolte di poesie: Lan (1960), la testa mozzata (1963), il passato dei giorni che verrà (1965), Che cosa hai fatto con l'oro che cosa hai fatto con la rosa (1970), La Messaggera con i capelli lunghi fino alle fonti (1975), Il banchetto (1994).

- Ha Pubblicato anche un libro di saggi in tre volumi sotto il titolo "Parole, parole, parole", e un libro di meditazioni filosofiche e aforismi in due volumi: "Khawatem (Anelli). Il terzo volume di Khawatem sarà pubblicato presto, e una serie di opere inedite.

- E stato caporedattore di diverse riviste, an Nahar dal 1992 fino al 30 settembre 2003, "Al Hasna" nel 1966 e "Nahar arabo e internazionale" tra il 1977 e il 1989.

- Nel 1963, tradotto in arabo più di dieci opere di Shakespeare, Ionesco, Camus e pezzi di Brecht, che sono stati interpretati da attori della scuola moderna (festival di Baalbek) e dai direttori Nidal Al Ashkar, Roger Assaf e Vaslian Berge.

- Sposato con Layla Daou (dal 1957), padre di Nada e Louis.

- Un choix de ses poèmes fut traduit vers le français, l'anglais, l'allemand, l'italien, l'espagnol, le portugais, l'arménien et le finnois.

- Un'antologia della sua poesia, "Eternità volante" fu pubblicato in francese dalla casa editrice "Actes Sud" a Parigi nel 1997, e un'altra antologia con il titolo "L'amore e la volpe, l'amore e gli altri", è apparso in edizione bilingue in tedesco e arabo a Berlino nel 1998. La prima è stata diretta e introdotta da Abdel Kader El Janabi e la seconda guidata da Khaled Al Maali e Herbert Becker.

- In sintesi la sua biografia come una risposta ad un quesito posto a lui dai medici Nabil Ayoub, Hind Adib d'Orleans e George Kallas in un'intervista pubblicata dal poeta Lahoud Elias sulla rivista "Scritti contemporanea "(numero 38 - agosto/settembre 1999), Ounsi El Hage ha detto:
"Ho spesso raccontato la stessa storia. Non credo che sia di nessun interesse per nessuno. Ho più rimorsi che di successi, e tutto ciò che ho fatto l'ho fatto a mia insaputa. Quando non c'era nessuno a chiedermi il mio parere sulle cose, come l'amore e la morte… ho detto la verità, e quando ho smesso di dire la verità quando alcuni cominciavano a domandare."
- Una selezione delle sue poesie è stata tradotta in francese, inglese, tedesco, italiano, spagnolo, portoghese, finlandese e armeno.

sabato, maggio 28, 2011

Ogni bambino ha dentro di sé un dio, i nostri tentativi di plasmare il bambino trasformeranno quel dio in un demonio


Ogni bambino ha dentro di sé un dio, i nostri tentativi di plasmare il bambino trasformeranno quel dio in un demonio

 

C'è uno stupendo film italiano diretto da Federico Fellini, (8 e mezzo).

In una scena c'è un prete cristiano che va a fare un pic nic, o un'escursione,

con un gruppo di ragazzini tra gli otto e i dieci anni.

Sono sulla spiaggia e vanno avanti,

mentre il prete si trova in retroguardia guardia con intorno tre o quattro ragazzi.

Quelli davanti s'imbattono in una donna anziana che è una puttana, e le dicono:

«Ciao» e lei: «Ciao».

I ragazzi le chiedono: «Chi sei?».

Lei risponde: «Sono una prostituta».

Loro non sanno cosa significhi, ma fingono di saperlo.

Uno dei ragazzi, che sembra un po' più esperto degli altri, dice:

«Una prostituta è una che fa certe cose se la paghi».

Gli chiedono: «Farebbe quelle cose, se noi la paghiamo?».

«Perché no?» fu la risposta.

Così , fanno una colletta e le danno i soldi, dicendo:

«Adesso che ti abbiamo dato i soldi, ci fai quelle certe cose?».

Lei risponde: «Certo, ragazzi, cosa volete che faccia?».

L'unica cosa che viene in mente ai ragazzi è farla spogliare.

Così, lei si spoglia.

Loro la guardano: non hanno mai visto una donna nuda prima di allora.

I ragazzi non sanno cos'altro farle fare, e così le dicono: «Potresti ballare?».

E lei: «Certo».

Tutti si mettono in cerchio, cantando e battendo le mani; la puttana muove il didietro e i ragazzi si divertono un mondo.

Il prete vede tutto: corre sulla spiaggia e si mette a urlare contro la donna.

La fa rivestire,

e la voce narrante dice:

«In quell'attimo, i ragazzi persero l'innocenza; fino a quel momento, erano puri, splendidi».

sabato, aprile 09, 2011

La natura della pioggia



La pioggia

La natura della pioggia è sempre la stessa, eppure fa nascere spine nel pantano e fiori in giardino.

Proverbio arabo

domenica, marzo 20, 2011

La vita


La vita

La vita è quella cosa che ci accade
mentre siamo occupati a fare altri progetti

John Lennon

giovedì, marzo 10, 2011

Donna


Donna

Prima creatura, conoscenza eterna
Acqua cristallina, desiderio primordiale
Fuoco che non s’estingue mai
fremito primitivo
Donna, sei il segreto tenero

Se tu scomparisci, la terra appassirà
La bontà svanirà dall'universo
Fonte della fertilità, sorgente di tutta la vita
Donna, tu hai sconfitto la morte

Figlia di Canaan, melodia babilonese
Stella del mattino, figlia della luna
Sorella del sole
Donna, tu sei la madre degli uomini
Nelle tue mani, tieni le redini del mistero
la tua parola è una promessa,
la tua promessa è virilità
Sei nozze tra gli uomini
Donna, eccomi, cantando la tua gloria

Grappolo d'uva, gusto del fico
Sapore della festa e del banchetto
Sei, dentro di noi, lo spirito dell’avventura
sei la celebrazione dell'anima,
La vicina e la lontana
Donna, sei il presente e il sempre

La disperazione che ci assalisce
Tu sei la saggia persona
Bocca della vita
Luogo di nascita
Nelle tue mani, detieni la volontà
e porti il destino
Sei il gioiello sorridente, conchiglia fragrante
Donna, sei ornamento eleganza e profumo

Sei lo spazio abitato, il vento e la tempesta
Tu sei la compagna familiare
La violenza tra gli uomini
Donna, sei la profezia scordata

Abed Azrie
(1945-)

Si può scrivere anche come Abed Azrié (in arabo: عابد عازرية), è una cantante siriana che esegue musica classica araba, anche se lui afferma di non appartenere a nessuna tradizione di musica particolare.
Nel suo lavoro usa e ambienta antichi e moderni testi in lingua araba agli strumenti tradizionali (come il kanun, ney, darbuka, violino, flauto e liuto), e sintetizzatori).
Era nato ad Aleppo, e dopo aver vissuto per un certo tempo a Beirut si trasferì a Parigi all'età di 22, dove ha studiato musica classica occidentale.
Ha tradotto poesia classica, come l'Epopea di Gilgamesh sumero, in francese.